ANSIA NEL BAMBINO


In generale possiamo dire che l’angoscia o ansia insorge quando la dotazione maturativa dell’individuo non può rispondere in maniera adeguata ad una tensione interna o esterna vissuta come minacciosa.

Nell'infanzia le manifestazioni cliniche dell’ansia sono molteplici, varie e mutevoli: in clinica infantile viene fatta la distinzione, oltre che tra le manifestazioni croniche ed acute, anche tra quelle di età preverbale e quelle di età verbale.

 

  • ANSIA E ANGOSCIA, DIFFERENZE 

I due termini sono spesso usati come sinonimi perché la distinzione linguistica è presente solo nelle lingue latine, mentre in inglese e tedesco si usano rispettivamente i termini anxiety e angst per indicare entrambe i termini.

Ecco quali sono le differenze nell’utilizzo dei termini ansia e angoscia: 

1 – Gli psicoanalisti traducono angst con angoscia, gli psicologi con ansia.

2 – Gli psichiatri utilizzano “ansia” in riferimento ai soli aspetti psichici dell’emozione e “angoscia” quando, in concomitanza, si hanno manifestazioni somatiche talvolta particolarmente vistose.

3 – C’è chi considera l’angoscia come uno stadio più grave dell’ansia.

4 – C’è chi considera l’ansia come una condizione psico-fisica normale e, in alcuni casi, utile per il conseguimento di alcuni obiettivi, e l’angoscia come la versione nevrotica o psicotica dell’ansia. 

ANGOSCIA = Parola introdotta in ambito filosofico da Kirkegaard – Per Freud angoscia = ansia = angst – vedi sopra.

In questa sede (psicopatologia infantile) si terrà conto delle seguenti definizioni:

 

  • Ansia = sentimento penoso associato ad un atteggiamento di attesa di un evento vissuto come spiacevole.
  • Angoscia = sensazione di estremo malessere accompagnata da manifestazioni somatiche (neurovegetative e viscerali).
  • Paura = è legata ad un oggetto o ad una specifica situazione nota.

ANSIA PREVERBALE DEL NEONATO E DEL BAMBINO PICCOLO 


Cogliere questo tipo di angoscia nel neonato dipende soprattutto dalla capacità empatica dell’adulto: ad esempio, solitamente, una madre sa riconoscere dalla tonalità dalle emissioni vocali, ma anche da altri segnali emessi dal bambino, lo stato emotivo di quest’ultimo, compresi gli stati di ansia. 

Gli stati di ansia sono spesso accompagnati da alcuni comportamenti tipici: 

  • Alterazioni del tono muscolare, come ipertonia e scatti motori.
  • Ipervigilanza associata ad un viso immobile, di ghiaccio, silenzioso e attento.
  • Movimenti non finalizzati come il rivoltare all’indietro il capo o il tronco.
  • Incapacità del neonato di trovare una posizione di benessere tra le braccia della madre che cerca di assecondarlo.
  • Disturbi somatici come anoressia, colica idiopatica e, principalmente, disturbi del sonno con incapacità da parte del bambino di assestarsi su un ritmo sonno-veglia regolare.

ANSIA  DEL  BAMBINO IN ETA’ VERBALE


In età verbale possiamo distinguere due forme principali di Ansia: quella cronica e quella acuta, vediamole in dettaglio.

 

  • IPERANSIETA’  o  ANSIA CRONICA

Il bambino iperansioso sperimenta continuamente un sentimento vago di apprensione, di attesa ansiosa, come se stesse per accadere qualcosa di terribile. Solitamente tale forte inquietudine è riferita al timore che accada una disgrazia ai propri familiari o anche a se stesso; possono manifestarsi anche un’eccessiva irritabilità, richieste di essere rassicurato dall’adulto, timori di vario genere e idee depressive come sensi di colpa o sentimenti di autosvalutazione. Accanto a tale ansia di fondo possono verificarsi episodi di attacchi di panico.

 

  • ATTACCHI DI PANICO  o  CRISI D’ANGOSCIA ACUTA 

L’attacco di panico ha un inizio spontaneo ed improvviso e si manifesta con i seguenti sintomi: 

  • Sintomi Psichici = sentimento di angoscia acuta, di paura di impazzire, sensazione di aver perso il controllo della propria psiche, di estraneità, perdita dei riferimenti, percezione che non esista più nessuno in grado di aiutare a venirne fuori.
  • Sintomi Somatici = palpitazioni, tachicardia, sensazioni di soffocamento, dolori toracici, addominali, nausea, vomito.
  • Sintomi Neurologici = tremori, scosse muscolari, vertigini, capogiri, svenimenti, malori.
  • Sintomi Vasomotori = sudorazione, vampate, brividi.

 

La ricorrenza degli attacchi di panico (più di uno) consente la diagnosi di Disturbo di Panico in riferimento al DSM-V. 

Quanto più il bambino è piccolo, tanto più è ricca l'espressione somatica: il bambino sembra terrorizzato, in un bagno di sudore, difficilmente predisposto al ragionamento. Prima dei 7 anni solo la presenza di un genitore può calmare una crisi d'ansia. In seguito, verso gli 11-12 anni, l’ansia si manifesta attraverso il passaggio all’atto che consiste in comportamenti vari, come le fughe, comportamenti aggressivi, di collera e richieste continue.

Il contenimento fisico deciso ma benevolo del bambino da parte dell’adulto può calmare una crisi di ansia nel giro di qualche minuto. Dal colloquio clinico risulta spesso che tali crisi di angoscia sono precedute da un evento o un pensiero, molto spesso legati ad idee di separazione; quanto più il bambino è piccolo, tanto più artificiosa risulta essere la distinzione tra iperansietà o attacco di panico e ansia di separazione dall’adulto.


EVOLUZIONE 


Da alcuni studi risulta esistere una continuità della sintomatologia infantile in età adulta.

La comorbilità frequentemente osservata con altre manifestazioni patologiche pone la questione della trasformazione del sentimento ansioso in una patologia diversa che può avere: 

  • Carattere psichico: fobie, inibizioni, ossessioni.
  • Carattere affettivo e comportamentale: collera, instabilità, agitazione.
  • A espressione somatica: disturbi del sonno, dell'alimentazione, ipocondria.

Spesso l’ansia dei bambini che soffrono di queste crisi di panico evolve nel Disturbo di Panico, mantenendo la sua modalità di espressione tipica, oppure può evolvere in Depressione, Fobie, disturbi ossessivi o altre manifestazioni; spesso tali disturbi sono associati a sintomi depressivi, a disturbi del comportamento con agitazione, instabilità e condotte tossicomani, disturbo da deficit di attenzione e disturbi sul piano dell’inserimento sociale.


EPIDEMIOLOGIA  DEI  DISTURBI  D’ANSIA 


Premettendo che quanto più il bambino è piccolo tanto più risulta essere artificiosa la distinzione tra iperansietà e Ansia Patologica da Separazione, sembrerebbe che quest’ultima sia la manifestazione più frequente nel bambino piccolo fino agli 8 anni di età; da uno studio inoltre risulta che l’incidenza dei bambini che soffrono di ansia di separazione varia in funzione della capacità del genitore di riconoscere tale ansia.

Da alcuni studi è emerso quanto segue: 

Ansia di separazione tra i 2-3 anni = 6,3%

Ansia di separazione tra i 5-6 anni = 2,75%

Fobia Sociale tra 7-11 anni = 1%

Fobia Semplice tra 7-11 anni = 3-9%